Ovofagi - L'estinzione

Oggi vi racconto un sogno.

 
Come sempre, quando si parla di sogni, bisogna un minimo introdurre la situazione e il mood del sogno, perché sennò non si riesce a coglierne bene lo spirito. Il sogno che vi sto per raccontare era ambientato nel cretaceo, o nel giurassico.
 Ora non lo so bene bene quando, ma i dinosauri erano belli in salute e in auge, anche se le taglie stavano già diminuendo piano piano. Cominciavano a capire, forse, che non sempre GROSSO = FIGO. La scena è questa: c'era una specie di sauropode, molto simile a un allosauro, ma con delle zampone anteriori molto più grosse e senza dita, tipo quelle del doplodoco. Avete presente, no? Dai, su, andate di links, è un attimo.
Dicevo, comunque, c'era 'sto dinosaurone che girava per la foresta e, sapete com'è nei sogni, in qualche modo, era scritto che questo essere si nutrisse ESCLUSIVAMENTE di uova. Nient'altro! Uova di ogni genere, beninteso. Anche, purtroppo, uova minuscole. Piccolissime uova di dinosaurino, o di qualche uccellino primordiale. Con le zampacce che si ritrovava, ovviamente, il nostro caro estinto preferiva di gran lunga gli ovoni pasquali dei colossi giganti stile Jurassic Park, a poter scegliere. Peccato che, come ho detto all'inizio, nel contesto del sogno, di animali grossi non ce ne stavano quasi più. Era molto più di moda il PICCOLO = YEAH!! E, di conseguenza le uova!!!
Arrivo alla scena madre e passo al presente, molto più immersivo!
Il nostro protagonista ha un'espressione sconsolata, quasi triste. E gira e gira per il sottobosco. Con il pancione che brontola. Cerca i suoi ovetti nell'erba alta, piano piano, con il terrore di sentire, da un momento all'altro, il crudele CRACK di un gusto rotto sotto il suo piedone. Arriva a una radura. Un po' tremolante si guarda intorno. Aguzza naso e occhi e, poco dopo, scorge un piccolo nido. Vi si precipita su e, con la faccia del ladrone, si guarda intorno alla ricerca di fastidiosi testimoni. Nessuno. Non c'è anima viva. Un bel respiro. Ecco che scosta le fronde e vede il suo bocconcino. Un ovetto bello giallo, lì, tutto per lui. Minuscolo, certo, ma se ne troveranno altri, vedrai... Questo è per dare la carica alla mattina. Un buon auspicio, diciamo così! Allora si accuccia, libera un po' di erbacce e con una precisione zen stringe delicatissimamente l'uovo tra gli zoccoli enormi, ossei e pesanti che si ritrova. L'ovetto è minuscolo, un neo agli occhi del sauropode. Ma non importa. Prendiamolo come segno della provvidenza che non molla mai. Lo solleva. Lo porta alla bocca. Cade un filo di bava. E' quasi arrivato a poterlo liberare tra le fauci. Un secondo prima, un istante prima di poter depositare l'uovo sulla lingua, un piccolo velociraptor (guardatevi il link, era davvero piccolo!) bastardo, infame, senza dio, salta, con uno stronzo sorriso, e spinge di un niente il gomito del nostro estinto. E SCIAAAACK! Tra i due zoccoloni non resta che una misera striscia giallina di tuorlo misto a fango. Pirmo piano sul nostro sauropode. Sullo sfondo il raptor che sgambetta via e ridacchia. Primissimo piano sul volto del sauropode. Spicca una lacrimuccia. E si chiude il tutto con una leccatina fugace, frustrata, sentita, alla sua zampetta allo zabaione. La prima specie della storia estinta dalla bastardaggine.

1 commento:

  1. Oh...povero ovofago :-( ..solo tu puoi fare sogni cosi caro il mio diavoletto!!
    clod

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