Un universo da imbastire


Il Capo vuole un nuovo universo entro il fine settimana. Big e bang si mettono all'opera.

BIG:   Ok. Ho finito l'impalcatura dello spazio - tempo.

BANG:   Bene. Adesso fissa un centro e poi iniziamo.

BIG:   Ehm... Bang?

BANG:   Sì?

BIG:   Avevamo detto che non ci sarebbe stato un centro.

BANG:   Impossibile. Sarà sferico. Tutte le sfere hanno un centro.

BIG:   Lo so benissimo che tutte le sfere hanno un centro.

BANG:   Allora evita i discorsi fuorvianti, per piacere. Siamo già in ritardo.

BIG:   Il punto è che non sarà affatto sferico. Quei cosi gassosi o rocciosi saranno sferici, i dieci miliardi di luminarie che ecciteranno tanto il capo saranno sferiche. Ma non l'universo. Ne avevamo già parlato.

BANG:   E io ero d'accordo?

BIG:   Ehm... Sì.

BANG:   Impossibile.

BIG:   Eppure...

BANG:   Comunque, stelle e pianeti non possiamo farli sferici. Rotolerebbero dappertutto.

BIG:   Fastidioso.

BANG:   Molto meglio pensare a dei cubi. Dove li metti stanno.

BIG:   Sarebbe bello, ne convengo. Ma il capo vuole le bocce.

BANG:   Va beh... Ci è rimasta un po' di gravità per legarle?

BIG:   Sì.

BANG:   Allora dov'è il problema?

BIG:   È l'espansione. È Colpa tua.

BANG:   Mia?

BIG:   Tua.

BANG:   E in che modo un problema tanto pratico può essere causato dalle virtù di un teorico, scusa?

BIG:   Hai messo la pulce nell'orecchio al capo, quando gli hai attaccato quel pippone al bar.

BANG:   Non vado mai al bar e non attacco pipponi. E una sola di queste frasi basta a far cadere la tua tesi.

BIG:   Lui ordinò un marocchino, tu un caffè americano.

BANG:   Ah, ho capito. Ma allora quello non è "andare al bar".

BIG:   A no?

BANG:   Assolutamente. A meno di non definire il caffè americano, caffè vero e proprio.

BIG:   Si chiama caffè americano. Vedi tu.

BANG:   Errore formale. Non è caffè.

BIG:   A tratti mi turbi.

BANG:   Dev'essere il gap culturale.

BIG:   Però il pippone ti è partito ed è andato a segno.

BANG:   Non me lo ricordo.

BIG:   Io sì. Fissavi il soffitto e blateravi qualcosa su un universo dinamico. Sembravi posseduto.

BANG:   Forse volevo solo escluderti dal dialogo.

BIG:   Forse non mi andava di stare a sentire le tue pare teoriche.

BANG:   Comunque, ora che ci penso, sono ancora convinto che sia una buona idea.

BIG:   Un universo ad espansione?

BANG:   Bello eh?

BIG:   Scomodissimo.

BANG:   E perché mai.

BIG:   Tanto per cominciare non conviene farlo sferico.

BANG:   Meglio. Sarebbe noioso.

BIG:   Poi scordati la geometria euclidea.

BANG:   Mai piaciuta.

BIG:   E come la metti con l'inizio e la fine?

BANG:   Inizia in un punto e finisce all'infinito.

BIG:   Ancora con sto infinito? Lo vuoi capire che è pacchiano.

BANG:   È affascinante invece.

BIG:   E poi diventa tutto freddo. Morto.

BANG:   Pazienza. Il capo ce ne farà fare un altro.

BIG:   Mmm. E se si ricomprimesse tutto, invece?

BANG:   Per quanto?

BIG:   Fino a un punto.

BANG:   Solo lo spazio o anche il tempo?

BIG:   Solo lo spazio.

BANG:   Mmm. Provincialotto!

BIG:   Non sono provincialotto! Sono pratico! In questo modo sarà automatico.

BANG:   Automatico dici?

BIG:   Un unimatico. Un autoverso.

BANG:   Il capo è stato chiaro: vuole un universo.

BIG:   Mai che ci venga incontro, però.

BANG:   Ve beh. Intanto lo facciamo partire. Poi si vedrà...

BIG:   Va bene. Allora vado per il centro?

BANG:   Formalmente non sarà un centro. Sarà tutto l'universo in un punto no?

BIG:   Va beh... Come vuoi! Allora dove lo metto sto "tutto l'universo in un punto"?

BANG:   Lontano da me! Ho già mal di testa!