Memorie di un arrivista

Tubiri è un arrampicatore sociale, arrivista e senza scrupoli.
Ogni giorno scrive le sue imprese su un diario. Gli serviranno per la sua biografia.

17 Febbraio – Venerdì sera

Grandioso episodio con il grande capo. A fine riunione mi ha addirittura chiesto di accompagnarlo:

- Tubiri! -

- Signore? -

- Signore e padrone, per te, Tubiri. -

- Sì, Signore e padrone. -

- Andiamo. -

- Sì, Signore e padrone. -

- Ma basta parlare. -

- S… -

- Lei è un buon elemento, Tubiri. -

- … -

- Mi ringrazi! -

- Grazie infinite, Signore e padrone! -

- Venga, mi serve. -

- Se posso, che le serve?

- No. -

- No? -

- Eh no, dovrebbe saperlo. -

- Che cosa, scusi? -

- Che non può. E non la scuso. -

- Grazie. -

- Sta scherzando? -

- Ma, veramente… -

- Non mi piace quando scherza. -

- Non mi piaccio neanch’io. -

- Splendido. Mi segua. -

- Subito. -

- Anche prima, si sbrighi. -

- Eccomi. -

- Mi apra la porta. -

- Aperta -

- Entri anche lei. Svelto. -

- La seguo. -

- Controlli se c’è posto. -

- Volo. -

- La aspetto qui, con impazienza -

- Sarò un lampo. -

- Non si dia troppe arie. -

- Sarò un misero lampo. -

- Facciamo solo misero, va’. -

- Come vuole. Questo è libero. -

- Apra. -

- … -

- Mi regga questo. -

- … -

- Mentre mando una mail non voglio essere distratto. -

- … -

- Fatto. -

- Velocissimo, Signore e Padrone! Lettera breve? -

- Intendevo che l’ho fatta tutta. Mentre finisco di scrivere lei può scrollare. -

Francamente, guarda...

Botte e risposte di rara franchezza.

All'amico fotografo:

- Allora? Figata, eh? È venuta bene! -

- Non capisco di che parli. -

- Come no? La mostra, le foto. Ti sono piaciute?-

- Ah, ok. Capisco. No. - 

- No? -

- No. -

- No, non hai capito o no, non ti è piaciuta la mia mostra, scusa? -

- No, ti spiegoSì, ho capito che vuoi dire. No, la mostra mi ha fatto schifo. -


Colloquio di lavoro:

- Buongiorno. -

- Buongiorno. -

- Come ha conosciuto la nostra azienda? -

- Una serata di poker con gli amici. -

- Prego? -

- Sì. Il mio amico Marco, Marco Tommasini, che lavora qui da voi, mi ha consigliato di fare domanda d'assunzione. -

- Ah, ci fa piacere! Come ha fatto ha convincerla? -

- Mi ha detto che la paga è buona e non si fa un cazzo tutto il giorno. -







Equipaggiamento stradale 2.0

Tanto per cominciare, vorrei un portaoggetti refrigerato, nel cruscotto, lato passeggero.
Ci terrei dentro una decina di gavettoni di acqua e ghiaccio, conservati amorevolmente alla temperatura di qualche decimo di grado sopra lo zero. Li vorrei usare per risvegliare l'attaccamento alla vita di certe persone che, prima di attraversare la strada, guardano sempre dalla parte sbagliata, oppure non guardano affatto.

Questi individui non hanno particolari caratteristiche somatiche, pertanto non sono facili da riconoscere fuori dal loro habitat, il ciglio della strada. Bisogna osservarli sul campo, e imparare a riconoscerli nel loro ambiente. Tipicamente sono individui distratti, attaccati alle piccole cose (buste della spesa, telefonini, quotidiani aperti ecc...)
Non sono aggressivi, tutt'altro. Sono spesso e volentieri affabili, di buon cuore, altruisti, creativi, appassionati e spensierati. Piacevolmente in simbiosi con i grandi predatori della strada, quali SUV, Grand Cherokee e TIR, che vengono gentilmente stimolati a segnare il territorio con marcate tracce di pneumatici. Nella catena alimentare stradale sono un gradino sopra le rane dei fossi. Solo un po' più distratti.

Non di rado si viene a sentire:
"Anziano soprappensiero attraversa l'Autostrada del Sole e perde la vita."

Distrazione. Non malafede. Chi non ha mai perso qualcosa?

Mi sono allenato a individuare questi soggetti da lontano e rallentare per tempo per non stirarli con l'auto. Non che voglia rovinare l'evoluzione della nostra specie, sia ben chiaro. È solo che il giudice potrebbe non aver mai letto niente di Charles Darwin o di Hugh Everett III.
Ecco perché i gavettoni. Diventa una questione di educazione.

Il metodo è estremamente semplice quanto efficace:
In caso di incontro ravvicinato con un Distratto, sarà sufficiente inchiodare, ingranare la prima, ripartire, sorpassarlo e annaffiarlo con un gavettone ben assestato.
Studi recenti hanno dimostrato che un lieve shock termico può innescare la codifica del gene del sale in zucca.

N.B: Questo metodo didattico funziona particolarmente nei mesi freddi.


Un'altro animale da paracarro degno di nota è il Turbozarro.
Il Turbozzarro è un animale delle periferie. Si muove in branchi, esclusivamente su due ruote (sa contare massimo fino a tre) e ha uno spiccato senso sociale: impara a menadito tutto il codice della strada per riuscire a infrangere il maggior numero di leggi nella quantità minima di tempo. Compito non facile. Per questo motivo, viene in suo soccorso il semaforo.
Il semaforo è una pianta ad alto fusto, sempre verde, se guasto, e altamente infestante. Per questo motivo i comuni ingaggiano spesso e volentieri le rotonde per ristabilire l'equilibrio dell'ecosistema.
I semafori sono la linfa vitale dei Turbozzarri. Se presi col rosso, ti garantiscono un bel grappolo di infrazioni quali: sorpassi da destra, guida pericolosa, inversioni proibite, fino al succoso tentato omicidio.
Uno scenario del genere può apparire desolante, tuttavia un modo c'è per sopravvivere negli incroci di periferia: un banalissimo fucile a dardi. Troppo semplice per essere vero? Il caro Ockham vi intimerebbe subito a non spararvi troppe seghe mentali.
Il segreto non è nel fucile, ma nei dardi che spara.
Un potente siero, scoperto di recente, rende daltonico qualunque cosa. È stato più e più volte testato su decine di camaleonti, con risultati sorprendenti. Agisce in un microsecondo, convincendo il sistema nervoso del contrario, in fatto di colore. Sarà sufficiente colpire un turbozarro in prossimità di un incrocio e osservarlo soddisfatto passare col verde senza porsi troppe domande.

ATTENZIONE: Per non sconvolgere troppo l'ordine delle cose, si suggerisce di sottoporre il trattamento solo a metà degli individui in circolazione.


Come ultimo upgrade, pregherei le case automobilistiche di aumentare le dimensioni dei font che usano per scrivere sulle carrozzerie. Tutte le scritte, siglette, numerini, nomignoli che decorano il posteriore delle auto devono essere facilmente leggibili da decine e decine di metri. Solo così sì può risolvere il fastidioso problema dei Curiosi.
I Curiosi sono gli automobilisti più scomodi che ci sono in giro. Sono persone frustrate, che hanno bisogno di essere costantemente tranquillizzate. Sono letterati, con uno spiccato gusto del bello. Talvolta poeti e lettori notevoli. Purtroppo vivono nel perenne terrore di guidare un auto con un nome peggiore di quella che li precede. Per questo passano il tempo a stressarsi (e stressarci), guidando incollati alla macchina davanti per riuscire a leggere ogni scritta, incisa o dipinta. Targa compresa, con note scritte in piccolo. Sono estremamente fastidiosi, per chi li precede, dal momento che non sempre si desidera sostenere un inteso scambio di sguardi nello specchietto retrovisore ad ogni cambio di marcia. Talvolta li si vede sbracciarsi istericamente dopo avere letto un nome esotico o un versetto leggiadro sul bordo di una targa. Bisogna stare attenti. Un "RossiMotorStore, via Palestrina, 8" può rattristarli. Un semplice e sublime "VW. Das auto." li può spingere al suicidio.

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Regalale un fiore

Sono nella redcaverna, parecchio a nord di Milano. E red108 sgranocchia le note di un blues con Ambra.
Sono seduto qui davanti a loro che cerco di passare inosservato.

Non mi piace intromettermi nell'intimità altrui, e poi mi imbarazzo anche un pochino.

Ambra canta che sembra ispirata e Red la sfiora sul collo, quel tanto che basta per suggerirle una nota.
Esce tanto bene, che i due sembra si conoscano da sempre.
Intorno a me ci sono pareti bianche profumate di nuovo che circondano tante idee povere di assiomi imposti. La certezza è rimasta chiusa fuori da questa casa, per questo il blues suona così naturale, con le sue terze indecise e approssimate.
Saranno dieci minuti che scrivo e la musica non si è ancora fermata.
Ambra e Red è come se parlassero e hanno molte cose da dirsi.
Passaggi affettivi e settime di comprensione, che fioccano dal groove di una sera di Aprile, che poi è quasi estate, dal caldo che fa.

Domani mare e 'sta sera montagna, per tenere sempre presente che le prospettive cambiano in un niente e che, anche se spesso non lo ammettiamo, a volte dipende da noi. E poi c'è l'arpeggio.

Dal blues all'arpeggio. Che è sempre un po' blues, però è più ombreggiato, sinuoso. Ambra sorseggia la melodia tra le labbra e si lascia adorare.

Forse alla fine Red le offirà un fiore.
A tutte le donne piacciono i fiori.


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Un attimo di distrazione

Cioè, raga, davvero. Chiedo scusa per il buco di lunedì. E' stato un weekend di fuoco, e l'ho pagato. Oggi vedo di rimediare.


Il conte, il Fra, avete presente? L'autore delle foto di Jeff mi ha miracolosamente scovato un biglietto per Roger Waters, al forum di Assago. Per riuscire a vedere bene il muro che viene giù, siamo andati davanti ai cancelli alle tre. Ne è valsa la pena, ovviamente, ma non c'è stato verso di buttare giù due righe. Così anche domenica, per un pranzo di compleanno praticamente eterno.

Nel fine settimana non ho avuto tempo di scrivere come si deve. Adesso sono qui che sbattacchio sulla tastiera, ma non mi pare che vada meglio. Non so, forse sarà l'ora tarda o i pensieri pigri di oggi che non se ne vanno via.
Chissà perché, ma mi riesce meglio scrivere con la testa vuota. Forse perché posso raccogliere più parole, chi lo sa? Vasco diceva che le canzoni e i testi nascono per i fatti loro, e io un po' gli credo. Mi immagino una grossa pentola di pop corn che saltano. Ogni tanto un pensiero, un concetto cade fuori dal bordo e lì bisogna essere bravi a prenderlo al volo. Sennò poi va in terra e chi lo mangia più?
Mi capita così. Piglio e scrivo e basta una piccola idea che, come un seme, fa fiorire una storia.
Allora, quando non so che cosa fare, come adesso, scrivo e basta e il testo va avanti per conto suo. Mi sa che è lui che si scrive da solo, mica io. Io muovo solo le dita al momento giusto, una coincidenza.
E' un po' come suonare.
Da quando ho la chitarra, non ho mai suonato qualcosa in particolare, a meno che non fosse stabilito prima.
Se mi trovo in camera mia e decido per una strimpellata, non mi metto a suonare un pezzo, lascio che le dita facciano il gioco che preferiscono, così si divertono di più.
Per carità, se poi, per caso, salta fuori qualcosa di carino, allora me lo imparo e me lo segno. Ma la maggior parte delle volte faccio solo da tramite e lascio decidere alla chitarra.

Il braccialetto del senegalese ha funzionato. Lui me l'aveva detto, in fondo:

"Quando il braccialetto si romperà, farà il suo lavoro."
"Che lavoro?" Chiedo io.
"Dipende da braccialetto."
"E questo che fa?"
"Ricchezza. Denaro. E poi è bello."

Vada per la ricchezza, dai. Intanto mi tieni d'occhio la macchina.
A distanza di un anno e mezzo di polvere e sole, il braccialetto si è rotto. E manco me ne sono accorto subito.
E' successo domenica notte. E lunedì mi pagano arretrati, vendo la vespa, mi arriva una ripetizione succosa. Per farla breve, un mucchio di soldi in pochissimo tempo. Mai successo. E, temo, mai succederà più.
Perciò mi piace pensare che il braccialetto abbia funzionato. Non è meglio? Per lo meno per chi me lo ha venduto. Mi suona molto come una rivincita verso questa società ricca, pilotata da persone avide che ti umiliano e ti considerano inutili, solo perché vendi accendini e collanine al parcheggio della coop.
Un po' di magia, che non la puoi battere con un assegno circolare. Mi piace da matti.
Provate anche voi. Comprate un bracciale e fatevi spiegare come funziona. Poi dimenticatevi di chi ve lo ha venduto. Dimenticatevi di averlo. Vivete la vostra vita e, soprattutto, non accorgetevi di perderlo, quando si romperà.
L'anonimato di chi è troppo piccolo per essere macinato dal nostro potere è la vera fonte di questa magia.
E, mentre sarete ancora lì che cercherete di ricordare chi e quando e come ha fatto, lui riderà e intreccerà altri colori da mettere al polso, da dimenticare e da perdere in silenzio, cogliendo quell'attimo in cui il destino è distratto.



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Congratulazioni stellari!!!

Un poker servito di astrofisici si laurea e, secondo voi, il blog resta a guardare? Non sia mai.
Come dire, il blog è mio, gli amici pure, e quindi, oggi, la scena è tutta loro.
Spendiamo questo post per fare le congratulazioni ai nostri eroi!
Niente narrativa, ragazzi. Solo un bell'applauso!


Esperimento coscienzioso

Adesso stacco la corteccia e mando avanti l'io. L'es.


Per es. potrei dire appunto che è un esempio. Ma tanto lo sappiamo tutti che non è ancora partito il pezzo. Siamo solo al warm up. Mi sembra l'equivalente di un bel trip. Ricco di flash, di splash e, magari, di cash. Ma meglio non chiedere troppo. E allora facciamo che è un trip letterario, narrativo. Degno, dunque, di un laboratorio narrativo.
Che poi il blog è proprio cosa nostra. Cosa mia e di chiunque voglia prendere parte alla sciarada.
Li chiamo autori, ma sono più che altro compari di viaggio, tipo setta dei poeti estinti. Hai presente? Figo, no? E poi tutte queste rubriche. Mamma mia! Mamma mia, che varietà.

E da un po' di giorni che ho in mente l'immagine di Gheddafi che balla. In realtà poi non è Gheddafi. Il mio  è un ricordo distorto dai tiggì e dai giornali, probabilmente. Credo che un film di Moore finisca proprio con un clip dove si vede Saddam Hussein che danza con i suoi colonnelli o cose così. Un po' fastidioso, vi dirò. Vabbè... Dicevo? Di Gheddafi, sì, che stavo cercando per il web un'immagine di lui mentre balla, o fa qualcosa del genere, non so.
Perché mi piacerebbe fare un fumettino, tipo quelli di James & Arnold, deve Gheddafi recita questa filastrocca:

Giro, giro in tondo
e brucio il mondo.
Scoppia la guerra,
tutti sotto terra.

E' una cosa un po' macabra e cinica, forse, però ce l'ho in testa e la voglio conservare qua sul blog.

Al di là della filastrocca, pensavo di introdurre un po' di satira. Non so. In realtà non ho mai fatto satira in vita mia. Anche perché non mi sono mai trovato tanto alle strette da dover pescare addirittura tra i politici per imbastire una scena ridicola. Me la sono sempre cavata con i pagliacci per hobbie.
Quindi non so, ci penserò. Voi che dite? Ci può stare?

Nel frattempo andiamo avanti così, ché formula vincente non si cambia.

Voi? Suggerimenti? Idee?
Facciamo che questo post raccoglie le opinioni dei lettori.
Lasciate commenti, scrivete, osate, imbrattate questo post con i vostri capricci, le vostre fantasie, le lamentele, le parolacce, i sogni, le poesie, gli scioglilingua, i groppi in gola, le grida, le sensazioni, le malelingue e i pettegolezzi, le favole, le paranoie, le calunnie, le ramanzine, le buone vecchie chiacchiere, le mezze verità, i detti e i proverbi, i rospi ingoiati e quelli sputati, le bugie, le canzoni, le teorie e le maledizioni, le cronache, le massime, la rava e la fava.
Insomma, ragazzi, fatevi i cazzi nostri.
Li abbiamo inzuccherati per l'occasione e non ricapiterà più.

Palestra pellerossa

La prima volta in palestra non si scorda mai.

Andai per forza. Iscrizione coatta a seguito di un infortunio e della successiva fisioterapia.


Con l'ortopedico che mi dice che, se mi pompo per bene, non è necessario fare alcun intervento.
Io accetto volentieri, ben felice di evitare l'operazione e, nello stesso tempo, di ritrovarmi un fisichino da uomo ragno per l'estate imminente.
Ma erano solo chiacchiere, ahimè.
Una vera voglia di ammazzarsi sugli attrezzi, ve lo dico, non c'è mai stata. Anzi, a dirla tutta, l'idea della forzatura non aiutava affatto.

Il primo giorno vado a iscrivermi. Mi arriva una gnocchetta in tuta, bella sorridente, che non vede l'ora di portare a casa un nuovo abbonamento. Le dico, un pochino anche barando, bada bene, non lo faccio per vanità, ma per esigenza. Pensavo che questo la rattristasse e invece no. Ma certo, sai quanti come te? Mica sono tutti culturisti! Dai, una firmetta qui e hai la tessera.
Però temporeggio, forse distratto da un paio di barellieri della sos che portano fuori uno con un braccio rotto. Aspetto, chiedo prezzi qua e là e cerco scuse. Ma di scuse non ce ne sono. Punto.
So bene che devo farlo e, a quanto pare, sembra che lo sappia anche la tipa, che inizia pure a lesinare sulle offerte.

Così non va. Se il buon giorno si vede dal mattino, la mia riabilitazione sarà lenta e dolorosa.
Alla fine, sommersi da decine di opuscoli spiegazzati, troviamo la soluzione adatta a me e, quindi, mi tocca pagare. Una bella sommetta, non c'è che dire, se consideriamo il fatto che uno poi va a spaccarsi il culo. La tentazione di attaccare un generatore ad ogni macchina che si usa è forte, gente. Per lo meno per abbattere i costi di iscrizione. Produrre energia da rivendere all'enel, niente di impossibile, mi pare. E ha anche un che di biblico, sotto una certa ottica. Accendere la luce, vedere la tv e andare in internet con il sudore della mia fronte. Ce l'avevano detto, in fondo.

Comunque sia faccio 'sta firma. 'Sta serie di firme, anzi, che manco una risoluzione dell'ONU. Presento il certificato medico che dice che sto bene, così da potermi sbattere per stare ancora meglio. Mi piglio il lucchettino dell'armadietto e il pass di plastica.
Direi che sono pronto.

"Ma posso già entrare? Io avrei la roba dietro."
"Certo. Un attimo che ti attivo la tessera e poi vai."
"Grazie."
"Di nulla."

La tipa intutata va di là, armeggia e torna raggiante. Mi consegna il pass, mi dice buona giornata e se ne va in caccia di un altro mingherlino bisognoso.

A quel punto decido di provare. Vado negli spogliatoi, mi sistemo ed entro.
Non faccio in tempo a varcare la soglia della sala attrezzi che Magua mi ferma.

Una faccia così, però rasato:


Lo chiamo Magua, perché è identico a quello de L'ultimo dei Mohicani, ma si chiama Roberto e fa il personal trainer. Sembra che ne sappia parecchio, sia di muscoli che della caccia al bisonte.
Mi spiega che l'arte di allenare il corpo non è una cosa immediata e che dovrò sacrificarci molto tempo. Gli dico ok, va bene, ma mi immagino la sua moto con una decina di scalpi appesi alla sella.

Poi gli spiego il mio problema e lui capisce al volo. Mi dà una sbarra di balsa, il legno più leggero del mondo, e mi spiega come usarla. Devo alza le braccia, impugnando il bastone per tenerle parallele.

"Così trenta volte, poi torno quando hai finito."
"Ok, grazie."

Sono davanti allo specchio a parete della palestra. E quello che vedo mi fa riflettere.
Ci sono io, con il mio stelo di balsa e vado su e giù. Accanto a me c'è una tipa che pare un'amazzone. Impugna un manubrio con attaccate due F.I.A.T. Punto e sembra non accorgersene. Alla mia destra un T-Rex sta piegando lampioni. Ogni volta che mi passa dietro sento la sua fiatella pungente, da carnivoro. Poi ci sono due ragazzoni che ne allenano un terzo. Il terzo grida ogni volta che finisce un movimento, ma la cosa che non mi spiego e che gridano anche gli altri due che, in realtà, stanno solo a guardare.

Cerco di concentrarmi su di me, che tanto sono troppo piccolo per fare parte della catena alimentare di quel luogo. Al massimo posso calpestarmi, ma basta spostarsi, no?

Magua torna da me, e mi dice di andare avanti. Mi dice anche che il suo servizio mi costerebbe una fortuna e che forse farei meglio a preparare una scheda da seguire autonomamente.
Gli dico che va bene, che altro? Solo che non ho la minima idea di come fare. Niente paura, la fa Magua, per soli cinquanta euro. Per un attimo penso di provare a convincerlo scambiando un po' di fuoco liquido.

Quello va a scliccacchiare sul computer e poi torna con una paginetta.

Tempo totale: 2h

Corsacorsacorsa

Esercizieserciziesercizi

Corsacorsacorsa

Esercizieserciziesercizi

Corsacorsacorsa

Provo a spiegargli che due ore sono troppe, che non le ho.
Ma quella è la scheda, è come se fosse il totem del dio.
Primo, non va messa in dubbio, secondo, non ci sono alternative. Quindi, piccolo viso pallido, muovi il culo e non tornare se non hai finito. O assaggerai il coltello di Magua.
Va beh, dai ho colorito un po' la conversazione, ma vi garantisco che il senso era quello. (n.d.r.)

Per farla breve, il giorno dopo ero scassato del tutto e pieno di pensieracci sulle mie prestazioni future e incontri annessi, con i nativi americani.

Come dicevo, se il buongiorno si vede dal mattino, la mia riabilitazione sarà lenta e dolorosa, come è stata lenta e dolorosa la strada per il selvaggio west.
Mi procurerò una colt, un cavallo e, magari, qualche gingillo per gli indigeni.
Sai mai che mi accettino nella loro tribù...

Speriamo almeno che mi diano un nome figo.



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Culturista acculturato

Sempre per il ciclo "L'uomo, oltre l'attore", ecco una bel servizio sulle esperienze da insegnante del nostro Arnold.



Prima di intraprendere la carriera di Hollywood, Arnold Schwarzenegger si cimentò dietro le cattedre di diverse scuole americane, mosso dal suo spiccato spirito altruista.
Siamo riusciti a intervistarlo di straforo e, davanti ai microfoni del blog, ci ha raccontato qualche passata esperienza didattica degna di nota.

Geografia

"Una materia meravigliosa. Ho avuto la fortuna di insegnarla solo per un anno, ma è stata un'esperienza fantastica! Ho tenuto un corso base di geografia ai berretti verdi, ragazzi un po' esuberanti ma con un grande cuore! Mi sono anche ingegnato a trovare metodi nuovi di insegnamento e credo proprio che abbiamo funzionato!"

Nella foto, Arnold Schwarzenegger mostra i muscoli ai suoi studenti per evidenziare la conformazione delle Alpi Graie. Da notare il trapezio-Monte Bianco completo di sudore perenne.



Musica


Il nostro eroe insegnò rock 'n' roll nella rinomata Elvis & Son's School di Memphis. Oltre al classico turn around di chitarra, essenziale in questo genere di musica, Arnold dedicava molte ore del suo corso alla pelvica e alle sue varianti. Ha dichiarato che questo passo particolare gli ha, diverse volte, salvato la vita.




Storia

"E' dal passato e solo da esso che noi umani possiamo trarre il vero insegnamento." Con queste toccanti parole, il professor Schwarzenegger dà l'incipit al suo corso di storia.
Mette i brividi sentirlo raccontare le gesta dei grandi uomini del passato. Ogni lezione è una vera e propria poesia. Non è raro vederlo spiegare entusiasta un avvenimento storico, mentre indossa una fedele riproduzione di un abito tipico del periodo in esame.


Ed è solo l'inizio!

Ancora uno, poi basta.

Giurin, giuretta! Poi la smettiamo qua!


Tuttavia, la protesta non è completa, se non si unisce al trend dei popoli tutti.
L'idea mi è venuta grazie al commento di Elon al post di Mercoledì.

A proposito, pubblichiamo subito il suo suggerimento, rendendo il link attivo:

http://www.trailersland.com/index.php?option=com_recensioni&Itemid=112&task=detail&id=202

Dicevo, l'idea è quella di generare un piccolo nodo di link, per velocizzare l'utente a attirare i motori di ricerca.
Sì, lo so lo so, quest post non fa ridere per un cazzo.
Capita. Scusateci, ma non possiamo farne a meno. Avremmo dovuto allegare tutto questo alla srecensione di Mercoledì, ma così non è stato. E ora dobbiamo rimediare.
E poi, scusate, il terzo post con la tag di Dylan Dog, colora la tag cloud (colonna di destra, sotto i post casuali) di un nome di tutto rispetto.
Insomma, per farla breve, questo post sarà anche serio e pizzoso, ma fa bene al blog, a Dylan Dog e a tutti i suoi fan (e anche nostri, perché no?). Perciò è un passaggio quasi obbligato.
Domenica si torna di noir e Lunedì di James & Arnold, non vi preoccupate, ma ora, lasciatemi linkare!

Mauxa.it - Recensione e commenti - Clikka qua

Cineblog.it - Recensione - Clikka qua

Film.it - Recensione - Clikka qua

FilmTV.it - Recensione e commenti - Clikka qua

Dylan Dog alla meno uno

Oppure il complesso coniugato o l'opposto o quel che l'è, ma il concetto resta quello: il Dylan che ci propone questo film incarna il più grande fraintendimento letterario dai tempi di Romeo + Giulietta.


Capite bene che Cinestetismi non poteva restarne fuori. Abbiamo poco materiale perché, ovviamente il film non è ancora nelle sale, ma siamo parecchio, troppo incazzati per aspettare il disastro.
Ora la vera domanda, in realtà, è: conoscete Dylan Dog? Il fumetto? E il suo papà, Tiziano Sclavi? Lo conoscete? Perché se non avete idea di chi, cosa e come sia, potete tranquillamente andare a vedere questo film, con una montagna di pop corn da sgranocchiare rumorosamente durante i dialoghi pallosi tra lui e lei. E, probabilmente, vi divertireste pure.
Se, invece, come noi, amate Dylan, Sclavi, i nuovi autori, i tratti di Roi e di Stano, i disegni di Johnny e la Bonelli tutta, beh, vogliatevi bene e restatevene a casa, ragazzi. Quello che trovereste in sala potrebbe nuocervi gravemente alla salute.

Andiamo per ordine. Spulciamo il trailer un fotogramma alla volta.


Dylan dog lo fa Superman.
Rupert Everett si sarà anche un po' rotto di essere chiamato in mezzo nelle storie dylaniate. Niente da dire, per carità, prendetene pure un altro e lasciate in pace Rupert. Ma tra tutti, Superman? SUPERMAN??
Se c'è un eroe diametralmente opposto a Dylan Dog è proprio lui!
Dylan soffre di vertigini, di claustrofobia, di demofobia e, talvolta, di agroafobia. Ha un passato da alcolizzato, è povero in canna, fa a pugni con la tecnologia, viene mollato puntualmente da tutte le ragazze di cui si innamora e quelle che gli dichiarano fedeltà eterna non arrivano alla fine del fumetto.
Insomma, mi dite come cazzo si fa a scegliere proprio l'attore che ha fatto l'uomo più super del mondo? Da un momento all'altro ti aspetti che si infili in una cabina telefonica e via di crossover!

Ma poi la scelta dei vestiti, cazzo! Ma lo sanno anche i bambini che nell'armadio di Dylan ci stanno solo giacche nere, camicie rosse, jeans e Clarks. Punto. Carissimo Kevin Munroe, leggiti il numero 200 e piangi! C'è una ragione se Dylan non è costretto a scegliersi il vestito! Spero tanto che la scena del trailer sia la spiega originale, ti restituirei qualche punto sul tabellone.

Alla battuta: "Investigare non morti è vecchio stile" (0:20 del trailer linkato) si vede Dylan con un paracososcopio non ben definito ma, comunque, decisamente troppo tecnologico per il soggetto.
Di nuovo, carissimo Kevin Munroe, che cazzo fai? Esistono personaggi del calibro di H. G. Wells molto più adatti ad armeggiare con i tecnogingilli bagnanerd che concorrono agli incassi di questi film.

Poi c'è il non Groucho! E, da qua in poi, il danno diventa irreparabile.
Groucho è l'assistente folle di Dylan Dog, una spalla essenziale e magnifica, con una battuta umoristica a vignetta. E' uno spettacolo! E' come un sipario che scende a scandire le scene con una risata. E' essenziale nel mondo di Dylan. E Kevin che fa? Beh, furbo lui, prende Groucho, lo tira via e lo sostituisce con uno zombie.
Ora io mi chiedo: ma questa come gli è venuta? Cioè, no, dico, passi il Superman, quello là che vi ho detto prima, passi la valigetta tecnologica che si porta dietro, che sempra Sherlock Holmes, passi l'armadio casual che si vede all'inizio, ma, ragazzi, Groucho no! GROUCHO NO, per la miseria!
Potevano massacrare tutto! Potevano ambientarlo nell'antico Egitto, per quanto mi riguarda. Potevano togliere la componente horror e fare un film per teenager. Potevano anche dare la parte di Dylan a Eddie Murphy. Giuro! Ma se avessero tenuto Groucho, sarei comunque andato a vedere il film.
Groucho Kaputt! No più Groucho! Basta! Finen! Noi zoztituire con zombie! Più moderno! Più alla mano!
Però, dico io, chissà quanto sarà esilarante un non morto? Conoscerà le battute di una vita, e oltre.
Maledetti! Arrivo a sospettare che ci sia qualcosa di incostituzionale in tutto questo!

Spero di essere stato abbastanza chiaro, quindi.
E, ripeto, questo è solo il trailer.
Se fossero stati furbi, non ci avrebbero fatto vedere un cazzo, così ci saremmo cascati.
Sai com'è? Cazzo, il film di Dylan Dog! Cheffiagata! Era ora! Magari c'è un cameo di Sclavi! Dai raga, dai! Io sono prenotato! Eccetera, eccetera e scene di isteria collettiva.
Ma, alla vista di questo pisellino inespressivo che, a tratti, mi sembra Blade sbiancato e infinocchiato a fondo,  non posso che esortarvi a boicottare la pellicola!
Il biglietto per vedere questa taroccata costa più del doppio del prezzo di un albo genuino in carta e inchiostro, se va bene. Per ciò, decidete voi.
Noi si va di corsa in edicola e poi al parco, ché non vogliamo venire sfiorati dal dubbio di essere diventati daltonici, alla vista di un maggiolone targato DYD666, completamente nero!

Dylan Dog - Cinestetismi, caricate i moschetti!

Oggi il blog partecipa alla sciarada on line di tutti quelli che temono tantissimo l'uscita del film di Dylan Dog.


Qua in redazione siamo tutti dei fan e i rumors che girano sono parecchio agghiaccianti. Il trailer, purtroppo sembra confermare pienamente tutte le nostre paure.
Giudicate voi!
A breve un bel forum, un articolone e grasse risate per sdrammatizzare!
Pecché un se ne pò più!

Un vero oroscopo

L'oroscopo secondo noi. Magari fosse sempre così...

Ariete ♈
Siete mansueti, per nulla attaccabrighe e così in casa vostra entrano cani e porci.
Avete una pulsione irrefrenabile ad aggiustare e lucidare alla perfezione qualsiasi oggetto metallico abbia bisogno delle vostre cure. Meglio ancora se l'oggetto in questione è un'armatura di bronzo. Solo ricordatevi, la prossima volta che vi arrivano in casa quei quattro sfigati, di fargli la fattura.

Professione predestinata: CARROZZIERE

Toro ♉
Siete degli scaramazzoni, direbbe mia nonna. Segno dal carattere un po' rude, il toro detesta i seccatori. Che siano testimoni di geova o cavalierini dello zodiaco, non importa. Non ci stanno cazzi. Al toro non si devono rompere i coglioni. Avrete l'attenzione di un toro solo dopo avergli dimostrato ampiamente di meritarla. Con i tori bisogna davvero sudarsi la fiducia e, talvolta, per farlo occorre spaccargli le corna.

Professione predestinata: TAGLIABOSCHI

Gemelli ♊
Segno doppio, insieme a Pesci e Bilancia. Nel caso specifico del Gemelli, questa dualità si traduce nel più prosaico "ci sei o ci fai?".
Il nato sotto il segno dei gemelli ha la tendenza a comunicare in maniera ermetica e, per capirlo, è necessario leggere tra le righe, meglio se quelle pari, e andare oltre la dimensione naturale delle cose.
Purtrotppo, quando si ha a che fare con questo segno, si rischia spesso di finire nella dimensione oscura, rendendosi conto troppo tardi di aver scelto come persona di fiducia il gemello sbagliato.

Professione predestinata: CONSULENTE BANCARIO

Cancro ♋
Un nome, un programma. Voi nati sotto il segno del cancro avete un bel gusto del macabro, non è vero?
Quelli come voi fanno presto a mandare al diavolo gli scocciatori inopportuni. Attenti, però, a non esagerare troppo, o vi ritroverete a fare i conti con delle serpi incazzate nere, spesso con i capelli lunghi fino al culo. Terribile, terribile prospettiva, non vi pare? Quindi, occhio!

Professione predestinata: BECCHINO

Leone ♌
Carissimi leoni, le scampagnate non fanno per voi. Vi confondete! Prima fate gli amiconi e poi, alle prime difficoltà, di fronte ai primi dubbi, che fate? Vi mettete a fare i bastardoni con i più deboli. Non si fa!! Che siate in casa vostra o al parchetto a giocare, comportatevi coerentemente, prego, o qui si fa un gran casino. Coloro i quali vi considerano amici non sono molto contenti di trovarsi di colpo a novanta, credetemi. Quindi scegliete bene a chi indirizzare i ruggiti e a chi le fusa.

Professione predestinata: GUARDIA FORESTALE

Vergine ♍
Voi della vergine asciugate gli avventori. Senza mezzi termini, li asciugate. Un senso dopo l'altro, un pensiero dopo l'altro, i vostri interlocutori arrivano a non vederci più dalla fame, ad avere le orecchie che fischiano, il naso tappato, svariati pruriti su tutto il corpo e, infine, a non sapere davvero più cosa dire.
Cercate di limitare il più possibile questa vostra attitudine e vedrete che sarete iniziati anche voi alle gioie del letto. Abbiate fiducia!

Professione predestinata: TESTIMONI DI GEOVA

Bilancia ♎
Vi fate vivi solo se strettamente necessario. In caso di estremo pericolo, sapete tirare fuori una forza straordinaria, arrivando quasi a sembrare più giovani. E' pazzesco. Siete in grado di risolvere le situazioni più disperate, quando tutto sembra perduto e dal momento che nessuno avrebbe mai scommesso su di voi. Questo perché avete passato tutto il tempo a farvi gli stracazzi vostri, care le mie bilance,  completamente isolate dal resto del mondo. Ma io dico, ogni tanto non guasta svegliarsi prima, sapete?

Professione predestinata: ARMAIOLO

Scorpione ♏
Le isole non sono il vostro forte. Preferite di gran lunga il continente, con il suo clima e i suoi spazi ampi. Il solo pensiero di essere circondati dalle acque vi fa andare via di testa. In quelle occasioni, rischiate di diventare anche un po' violenti. Non sopportate le persone un po' effemminate, specialmente se armate di catenazza e tanta, ma tanta sfiga.
Come biasimarvi, in fondo? A chi minchia è mai stato simpatico Andromeda?

Professione predestinata: PALAZZINARO

Sagittario ♐
Voi delegate. Sostanzialmente, delegate. Che le frecce le scocchino gli altri, è meglio, pensate fermamente. Con il risultato che è difficilissimo rintracciarvi, a casa come altrove. Non di rado ci si può imbattere in sagittari impostori che, trovata la porta aperta, vi rubino le vestigia per spacciarsi per voi. Non date retta a quelle imitazioni! Il vero sagittario pare che non esista proprio.

Professione predestinata: DISOCCUPATO

Capricorno ♑
Testoni e acritici, ecco quello che siete. Convintissimi della vostra posizione, non esitate ad infilzare con una spada di insulti chiunque voglia cercare di dimostrarvi che state sbagliando. Guardatevi anche voi, come i nati sotto il segno del cancro, dalle serpi che vi strisciano intorno. Se ne fregano dei vostri insulti, e sono pronti a fregarvi la vostra arma migliore per i loro scopi. Mettete sempre il bloccasterzo a Excalibur, quando non la usate!

Professione predestinata: TRIVELLATORE

Acquario ♒
Avete ingrassato l'oca tutto l'anno e, alla fine, non avete il coraggio di mangiarvela. Fate brutto in lungo e in largo e non si capisce mai dove vogliate arrivare! Freddolosi di natura, gli acquari sono propensi ad affondare i problemi degli altri. Congelano il congelabile, per evitare che vada a male, ma non si rendono conto che, così facendo, poi necessitano inevitabilmente di un forno a microonde. Sprovvisti dell'elettrodomestico, si vedono costretti a succhiare come fossero ghiaccioli ogni cibaria presente nel freezer.

Professione predestinata: PESCIVENDOLO

Pesci ♓
Ve la tirate da qui alle stanze di Arles! Il vostro aspetto trascende ogni cosa: il vostro lavoro, i vostri amici, i vostri nemici, la vostra casa, il vostro cosmo e, sì esatto, perfino la vostra sessualità. Si fa presto a sbolognare con un fiore qualcuno che vi sta particolarmente sul cazzo, vero? Provate ogni tanto a sporcarvi le mani e a ferirvi con qualche spina, capireste in fretta quanto si può davvero risparmiare sul rimmel! Prime donne!

Professione predestinata: FIORAIO

Davvero non lo avete riconosciuto?

Bene. La release di Sanctum, l'ultimo film di James Cameron, dovrebbe essersi conclusa. Magari ci saranno altri sputacchi di uscite per i fan o qualche director's cut, ma la distribuzione su grande scala è finita qui. Perfetto. Allora posso svelare un paio di truccaglie del film.



Non ditemi che non lo avete riconosciuto, vi prego! Come di chi parlo? Del nostro poliedrico attore austriaco, ancora una volta impegnato in un ruolo più grande di lui. Questa volta ha dovuto pregare James Cameron in sette lingue (di fuoco) per ottenere una parte. E' stata dura, ma ce l'ha fatta! Un po' con la morte nel cuore, James gli ha concesso il privilegio di recitare nel suo blockbuster e, devo dire, la sua magnanimità lo ha ripagato alla grande.
E' andata grosso modo così:

Set di Sanctum. Mattina presto. Si girano le scene subacquee.

"James, sulla linea due per te."
"Chi è?"
"Lui."
"Ora no. Digli che sto girando."
"Lo sa già, dice che ti sta guardando."
"Oggesù, ma dov'è?"
"Credo sia appostato da qualche parte qua in torno."
"Che ansia..."
"Allora che gli dico?"
"Beh, va bene. A sto punto digli di scendere giù."
"Arnold... Ha detto che puoi..."
Click.
"Strano... Aveva già messo giù."

Da dietro le spalle, un entusiasta: "James! Sono qui, James!"

"Oh, Arnold! Tutto bene?"
Quello annuisce con il suo bel sorrisone e inizia a curiosare intorno.
"Gran bel set, James. I miei complimenti ma..."
"Ma?"
"Ma dove sono le armi? Sai, vorrei controllarle per te James, a volte possono fare brutti scherzi."
"Non abbiamo armi in questo film, Arnold. E' un soggetto diverso."
"Ah ah. Mi fai morire, James! Dai, dimmi dove stanno, ci metto un secondo."
"Davvero, non ce ne sono."

A quelle parole Arnold sfoggia la sua faccia birichina, la più temuta dal povero James.

Questa:


Può voler dire tutto e niente. Più frequentemente niente. In questo caso però, ce l'ha scritto in faccia:
"Niente armi? Capisco. Aspettavi me, vero James?"

James lo lascia fare, inerme.
"Va bene, ti lascio equipaggiare un po' di armi. Ma devono essere DISCRETE, ok? Un vedo, non vedo."
"Sempre saggio, James. Lascia fare a me." (vedere sorrisetto di cui sopra. n.d.r.)

Questo breve scambio di opinioni si è poi tradotto nel simpatico carro armato che si vede verso i tre quarti di film.
Le "consulenze" di Arnold sono troppo importanti per essere ignorate.
Per non parlare poi del cameo illustre.
Come ho detto a inizio post, il nostro Arnold è riuscito a bucare le difese di James e ottenere una parte di rilievo. Non c'era un ruolo che andasse bene al culturista austriaco. Il team di avventurieri era al completo, non erano previsti scontri a fuoco e non erano previsti predators.
Che fare allora?

"E va bene, James, ho capito, ho capito. E' giusto, in fondo. Lo accetto. Questa volta farò il cattivo."




Sanct'Arnold

Driiiiiiin Driiiiiiiin


"Ma non se ne parla nemmeno!"

"Ti prego, ti prego, ti prego!"


"No. Mi dispiace, non posso."

"Ma viene meglio, fidati!"

"No, lasciamo perdere dai, la prossima volta, promesso."

"Me l'avevi già promesso la volta prima."

"Allora facciamo doppia promessa per la prossima, ok?"

"No."

"Dai, su. Non ne faremo un questione personale, vero?"

"Cattivo."

"Dai, non fare così."

"Brutto cattivo."

"Ci saranno mille occasioni."

"Quando?"

"Beh... Più avanti."

"Avanti quanto?"

"Oddio, non lo so... Dopo questo periodo sarò libero."

"Mmm."

"Dai, basta lacrimucce."

"Mmm. Ok."

"Bravo!"

"Almeno posso venire a vedere?"

"..."

"Pronto?"

"Sì, sì pronto, stavo..."

"Allora posso?"

"...va be'. Vieni pure."

"Grazie! Mi siedo di fianco a te e starò buono!"

"Mi raccomando, però!"

"Certo, certo."

"Già l'ambiente è scomodo, non rendiamo tutto più difficile."

"No, no."

"E... Arnold?"

"Si?"

"Non venire in moto che rimbomba tutto!"




Nella foto, uno spin off del film Sanctum, ora nelle sale.
Un po' di mech design in più aggiunge pepe alla trama. Nella foto vediamo il prototipo del nuovo terminator proposto da Arnold, studiato appositamente per infiltrarsi nei centri della burocrazia. Davvero ben simulata la pancetta da commenda del robot.
Da notare James Cameron, in piedi sulla sedia del regista. Che volpone.


Vorrei, ma non posso (crederci)

Ok, cominciamo. E' proprio ora. Dopo questa scaramuccia da prima elementare tra il prete pederasta e Dana Scully, non mi tengo più e attacco a scrivere di sto film.

E' appena iniziato ma mi sa già di vaccata.
Peccato. Sto parlando di X - Files, Voglio crederci, il secondo filmazzo della serie.

Non essendo un patito di recensioni, non intendo spendere questo post per scriverne una. Il film non è mica finito, d'altronde. Diciamo, piuttosto, che si tratta di una telecronaca in differita.
Durante il film mi sono segnato le battute degne di nota (o degne del blog, dipende dal punto di vista.) e adesso le sistemo per bene, giusto per incasinare del tutto il lettore.

Allora vado, parto con la spoilerata.
Se volete davvero vederlo, passate pure a un altro post, anche se non sapete quello che vi perdete.

Dunque, come ho detto, è il secondo film di x-files, ma l'ufficetto interrato dei due scavezzacollo è chiuso da un pezzo. Mulder è addirittura accusato dall' FBI ("Sei un mangiapane a tradimento, Fox!!!") e Scully lavora in un ospedale di religiosi bacchettoni.

Il film detta troppo in fretta e non posso raccontarvelo per filo e per segno.
Vado per flash e scene meritevoli.



Storia di persone scomparse, tra cui un'agente dell'FBI, anche piuttosto carina.
Si aprono le danze con i ragazzoni dell'FBI che puntello un lago ghiacciato spalla a spalla, tutti dietro a un sensitivo pigliato molto male che li porta, non a classico ufo sprofondato lì da milioni di anni, bensì, a un miserrimo arto reciso, non si sa perché. Nel frattempo il montaggio ci regala il flashback del Primo Cattivone (bruttino, russo e una pessima fine prenotata) che si becca un'unghiata in faccia alla prima comparsa sullo schermo. Capita, la prossima volta vai a fare un musical.

A questo punto l'FBI proprio non se la sente a lasciare fuori Mulder da questa spammata di cazzate e lo fa chiamare da Scully per aiutarli a guidare il sensitivo verso l'agente scomparsa. Scully si fa carina, va a citofonargli nella sua casupola di campagna e lo trova che naviga nei ritagli di giornale con la barba lunga dell'uomo selvaggio.
Finalmente è cresciuto? E diventato grande? Può trombarsi la collega?
Ebbene no. La sua presunta maturità si sbriciola in nove secondi, il tempo di un dialogo del genere:

Scully: "Mulder, l'FBI ha bisogno di te!" (quei due si chiamerebbero per cognome anche in pieno coito. n.d.r.)
Mulder: "No, Scully. E' una trappola per farmi uscire allo scoperto."
Scully: "Ma quella ragazza sta morendo!"
Mulder: "Cazzevvero! Ok, faccio pipì e arrivo."

Partono le indagini, conoscono il sensitivo, che si scopre essere un prete pederasta in una comune di pederasti. Scully non approva e scuote la testa ogni volta che il sensitivo apre bocca. Male male.

Il film però non decolla.

Segnalo un dialogo degno di nota. Mulder e Scully a letto insieme vestitissimi.
Lei è sveglia, lui di più.

Mulder: "Fai rumore quando pensi..."
Scully: "Non riesco a dormire."
Mulder: "Se sei interessata, un piccolo rimedio ce l'avrei..."

Epic fail.

Segue una serie di scene degne di nota:

Scena del sensitivo pedofilo che piange lacrime di sangue. Mi credete ora, cazzo?!

Ancora, dubbiosi, i ragazzi dell'FBI portano il sensitivo davanti alla casa sbagliata, facendogli credere di essere nel posto in cui è avvenuto il primo rapimento, ma lui sgama lo scherzetto, anche perché, venti metri più in là, c'è la vera abitazione, blindata di tutto punto con i sigilli della polizia. Che pro, questo sensitivo.
"Mi dica cosa vede." Diventa, allora, la frase più quotata.

Si vede il Secondo Cattivone girare con un pick up spazzaneve-munito e tante luci che nemmeno i mods. Lui ha a che fare con il Primo Cattivone, ovviamente, ma ancora non si sa perché.

L'FBI non molla e il prete pederasta continua a portarli a spasso, come faceva Maradona con le difese, ma questi pare che ci prendano gusto.

ATTENZIONE - LICENZA POETICA: 
Il solito negretto che muore per primo e che in tutti i film deve assorbire i peggio danni dei cattivi, in questo film, ha una sorte ben peggiore. E' lo scettico di turno che viene smerdato ogni minuto dalla facciazza di chiulo di Mulder, tutte le volte che il sensitivo ne azzecca una.



Ecco una scena clou in cui si capisce che succede. Ai soli tre quarti di film.
Il Secondo Cattivone entra in sala operatoria e cerca di fregarsi un fegato umano. Viene pizzicato venti metri dopo, ma il poliziotto ciula gli chiede se è lui il cattivone in questione e quello, serafico, dice di no. Ok, bella lì, puoi andare, errore mio.
Poi è chiaro come, con questa concorrenza qua, Mulder possa diventare l'eroe.
Comunque sia, si tratta di traffico d'organi. Paranormale zero. Fuck!

Altra scena da riportare.
In quindici secondi si scopre che il Secondo Cattivone 2 è SPOSATO con il Primo Cattivone.
Ahi ahi ahi. Gli sceneggiatori si saranno menati nei bagni.

Va be', va be', va be'... Manca poco e di scene interessanti non ce ne sono più.

Carina la battuta del prete sensitivo quando Scully lo va a trovare in ospedale.
"Stavo pensando proprio a lei... Ho avuto una visione." Che simpatico.

Attenzione, però! Tana per il prete! Proprio in ospedale, gli chiedono così, en passant, se per caso sente ancora che la prima persona scomparsa è viva.
Lui dice di sì, convintissimo e sprezzante. Peccato che abbiano trovato la testa della tipa chiusa in un'invicta.

Andiamo all'epilogo va'...

Il film finisce a mostrilandia. Traffici di organi umani e russi che incollano pezzi di cadaveri.
Peggio di così non poteva andare. Ho spento prima che si chiudesse la vicenda, mancavano otto minuti ai titoli di coda. Chiedo scusa, ma mi ha fatto veramente schifo. Se volete finire questa pseudo recensione, commentate pure. Io la chiudo qui.

Decisamente da vedere dopo che la propria squadra del cuore perde il derby nove a zero.
Ci si convince in fretta che c'è di peggio.

Un Pinco, Pallino qualunque

Oggi mi faccio pagare. Cascasse il mondo, quelli cacciano il grano!


Un lavoro di tre mesi ancora insoluto e oltre alle coordinate bancarie non siamo mai andati.
Una volta il tizio delle buste paga ha pure cercato di fottermi una percentuale.
Non lo si pensa, vero? Ma, a volte, la vita del killer è davvero stressante.
Appendo la cornetta ancora più scettico del solito.
Mi dicono, passa da noi sta sera. Ti paghiamo e ti piazziamo un altro lavoro.
Va tutto benissimo, quindi. In teoria.
Mi sono fatto tre scalpi, l'ultimo anno. E me ne hanno pagato mezzo. Il primo è andato a vuoto perché il mio mandante ha sbagliato persona, e il secondo... Beh, il secondo non è tecnicamente morto per mano mia. E quindi metà prezzo.
L'ho mandato in rianimazione, e quelli me lo stavano salvando. Fortuna che un ragazzino neolaureato ha preso dentro il defibrillatore, tirandolo giù in terra. Così non hanno fatto in tempo e la mia consegna è schiattata in ospedale.
Tutte ottime scuse per non pagarmi, ovviamente.
I nuovi datori di lavoro sono dei vampiri. Ma quanti ne devo accoppare per arrivare a fine mese?
Comunque 'sta sera farò la voce grossa, e accetterò anche il nuovo lavoro, che fa sempre buona impressione.
Arrivo al locale del boss in perfetto orario.

"Capo."
"Pallino! Eccoti qui!"
Sarà questo soprannome a portarmi sfiga?
"Sono venuto qui, come mi è stato detto."
"Infatti, infatti... Tu e Ppinco siete bbravi ragazzi."
Pinco, già. Ma non è mio fratello.
E tra l'altro Pinco è peggio. E' morto.
"Grazio, capo. Grazie. Ha gradito il lavoro?"
"Ecco, è proprio di questo che vorrei discutere?"
"Certamente."
"Che hai combinato, Pallino?"
"Che?"
"Ma er cadavvere ner naviglio, Pallino! Ma che te sarta en testa?"
"Che mi salta addosso, vorrai dire. Quello mi ha reagito."
"Hoccapito che t'ha reaggito, ma sei annato a pijarlo al monumentale. L'hai 'nzeguito per tutta Milano?"
"Ehm, no. Lui ha inseguito me."
"Eh?"
"Massì, dai. Prima regola: se fallisci scappa."
"Ma che disci?"
"Certo. Pinco si è fottuto in questo modo."
"Si è fottuto?"
"Sì... E' morto perché è stato beccato."
"Aaaaaah. Certo... Pinco. Pace all'anima sua. Comunque..."
"Mi scusi se la interrompo boss, ma non è che si potrebbe saldare il conto."
"Ma er conto è apposto."
"Ehm, veramente mancherebbe l'ultimo lavoro, quello del banchiere."
"Aaaah, quante volte lo devo ripetere, Palli'? Non l'hai ucciso tu, ma l'ospedale!"
"Sì, ma ce l'ho mandato io!!"
"Capirai, è pieno de gente che ce va e ce viene fresca come 'na rosa."
"Perché non hanno incontrato me..."
"Vabbè, sta a senti'. Per i sordi, ce pensiamo. Adesso mi servi per una cosa più urgente."
"Eh... Vabbe... Checcè?"
"Passa sul retro. Il Guerscio te darà il dettagli."
"Così, adesso?"
"Adesso, adesso. Scatta."
"Vabbè, ma poi facciamo i conti, eh zio Nino? Non posso andare avanti così."
"Non parlami così, o mi diventi come qualunque altro!"
"..."

Zio Nino vede sparire Pallino nel retro e fa un gesto a un tizio.

Apro il magazzino ed entro. Il solito tanfo di chiuso, giusto perché gli affari vanno a gonfie vele.
Poi sento uno scatto.
Mi giro.
C'è Pinco.
Pinco?
"Pinco! Ma non eri morto?"
"No amico. Dei due, il qualunque sei tu."

BANG! BANG!

Arnold nel quotidiano

Per la serie "James & Arnold", ecco un altro post ruspante per il vostro venerdì.


Abbiamo recuperato qualche risorsa dall'archivio e pagato due tre paparazzi.
Et voilà: un breve ma intenso spaccato della vita di Arnold, con qualche curiosità sulle sue abitudini e qualche scorcio sulla sua giornata tipo.
Oggi niente cinema. Oggi vediamo l'uomo, oltre l'attore.
Alla domanda "cosa fai per rilassarti?", Arnold sfoggia un sorrisetto enigmatico.
Mi risponde che gli piace lo sport, andare in moto e la buona cucina. Ma, vi dirò, ho come l'impressione che non mi abbia detto tutto...

Blog:  "Gira voce che è un cuoco formidabile. E' vero?"

Arnold:  "Me la cavo... Ma mi piace molto di più andare a mangiare fuori. Cucina italiana, soprattutto.
La adoro. Anche se mi influenza molto la qualità del personale. Detesto le attese lunghe, è più forte di me."





Blog:  "Quando accennava allo sport, si riferiva ai classici americani? Football, baseball ecc..."

Arnold:  "Assolutamente no! Non dimentichiamoci che il mio sangue è europeo! Vado pazzo per il Lancio Del Pino, uno sport molto popolare dalle mie parti. Comunque, in generale, prediligo le attività all'aria aperta."



        Arnold Schwarzenegger, ritrova la concentrazione prima di un lancio. 


Blog:  "Sappiamo di questa nuova passione per i motori. Come è nato tutto?"

Arnold:  "Sul set di Terminator 2, senza alcun dubbio. Stavamo girando le scene in moto. Mi stavo divertendo così tanto che alla fine della ripresa non mi sono più fermato. Ho fatto un breve giro del quartiere, nulla di che. Adesso ci scherziamo su, ma ricordo che allora James si spaventò tanto da chiamare la polizia. Che sagoma, quel regista..."




Blog:  "Abbiamo recuperato una sua domanda, mai inoltrata, alla facoltà di medicina e chirurgia di Los Angeles. Una passione nascosta?"

Arnold:  "Oh mio Dio. E' vero. Ammetto che mi passò per la testa anche l'idea di diventare dottore.
Forse mi piaceva l'immagine del medico risolutore, non so... Il chirurgo tutto d'un pezzo, ecco. Forse un po' ingenuamente, mi offrivo spesso per medicare i piccoli infortuni sul set, anche con un discreto successo, devo dire. Una volta un cameraman non riusciva a lavorare dal mal di denti, e io l'ho...
...rimesso a nuovo."


My GUN will go on

Suona il telefono in casa Cameron.


"Papaaaaaaa! E' Arnold."

James Cameron mette il muto alla TV e si irrigidisce sul divano.

"Digli che non ci sono!"


"Mi dispiace signor Schwarzenegger, mio padre non c'è."

"..."

"Sì, un attimo che trovo da scrivere."

"..."

"A-ah..."

"..."

"Va bene."

"..."

"A-ah..."

"..."

"A-ah..."

"..."

"Sì."

"..."

"Sì, ho scritto tutto. Riferirò."

"..."

"Beh, ci proverò, signor Schwarzenegger."

"..."

"Le pare?"

"..."

"Anche a lei, buona giornata."

James trova il coraggio di alzarsi.

"Che voleva?"

"Me lo sono scritto qua, guarda. Una roba del tuo film. Ha voluto che scrivessi le stesse sue parole."

"Ma di che film parla?"

"Quello che stai facendo ora, no? Arnold non è con te?"

"Ehm, no."

"Ma come no? Mi ha appena detto del film."

"Ma no, no! Non lavora con me. Guai!"

"Senti pa', io sto uscendo, qua c'è il messaggio. Poi vedi tu."

"Va bene, piccola. Dammi qua. A 'sta sera."


A James, un suggerimento:
Ho sentito Leo e lui è d'accordo.
Lo porto a sparare con me un paio di giorni.
Vedrai che, con la pratica, diventerà perfettamente in grado di difendere il tuo Titanic.


Chiamami appena puoi,


Schwartzy


P.S.: Chi è questo Aisberg? Non dirmi che è tedesco, non lo sopporterei...

Nuomi in cuodice

Un piccolo vademecum da tenere presente per quando arriveranno le notizie dalla Grande Madre Russia.
Nomi in codice e che ghe be. Imparare a memoria e distruggere il messaggio!

Perestroijka = Versione bucolica del bowling, praticata molto in Ucraina.

Gulag = Contrazione delle parole gugol + lag. Frustrante ritardo del popolare motore di ricerca.

Matrioska = Famoso musical messo in scena dalle matrone di San Pietroburgo.

Vodka = Un temerario avventuriero che si girò tutta la Siberia con una Ford Ka. Fece ritorno con un terribile raffreddore. Da lì il nome.

Cremlino = Tessuto particolarmente dolce e delicato, riservato per le uniformi delle alte cariche di stato.

Rublo = Come il Duplo, avete presente? Mattoncini a petrolio per i bambini russi.

Stacanovista = Virus statunitense che impedisce la rimozione di Windows Vista dai pc delle spie russe.

Balalaika = Struggente ballata, scritta in onore della cagnetta lan(s)ciata nello spazio.

Tovaric = Esclamazione. Trad. Letterale: "Ma guarda un po'... Ci va sempre Riccardo!"

Niet = Complicato congegno da applicare al WC per rimuoverlo in fretta in caso di ristrutturazione.

Da = Molecola da legare al composto "inconsupertrafra" per la raffinazione del petrolio.



Se ti è piaciuto, non tenertelo per te ----->
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James Cameron e la maledizione di Schwarzenator

Corre l'anno 1984.
Dopo alcune collaborazioni, tra alti e bassi, all'età di soli trent'anni, James Cameron raggiunge il successo realizzando un soggetto molto originale, scritto da lui: Terminator.


Il thriller cyberpunk ha fatto scuola, consacrando definitivamente Arnold Schwarzenegger al grande pubblico.
Fu durante quella produzione che iniziarono a manifestarsi i segnali inquietanti della maledizione che aveva colpito il povero James.
Sia ben chiaro, la maledizione in questione non riguardava (forse dovrei dire "non riguarda", poi vi spiego il perché...) tutta la produzione del film. Era un fatto privato di James. E, ancora più importante, non c'entra niente il paranormale. E' una questione molto molto umana.

Raccomandazione di Arnold


Squilla il telefono in casa Cameron.

"James Cameron. Chi parla?"
"Sono John. John Daly."
"Oh, come stai?"
"Molto bene. Ho trovato il cyborg!"
"Finalmente! Com'è?"
"Vedrai. Ti piacerà."
"Ma che tipo è?"
"Mah, un culturista. Austriaco. Ha una faccia sola, come hai chiesto tu."
"Ottimo. Oggi pomeriggio lo vediamo."

Quella, probabilmente, fu l'ultima volta che qualcuno si mise tra Arnold e James.

Sul set di Terminator


"Stoooooop! Arnold! Che c'è ora?"
"James..."
"Dimmi, dimmi tutto."
"James..."
Cameron prende sotto braccio l'attore e si fa da parte.
"C'è qualcosa che non va?"
"Nella scena, James..."
"Dimmi."
"Mi sento un po' nudo."
"Ehm... Sei nudo, infatti. E' proprio così."
"Ma mi avevi garantito che avrei sparato."
"Assolutamente! Sarà un devasto, credimi."
"Ma sono nudo."
"Certo..."
"Non potrei già partire con il mio fucilone?"
"No, te l'ho già spiegato. Fai il bravo, il personaggio si procurerà delle armi."
"Che ne sai?"
"Credimi, credimi..."


La passione latente in Arnold per le armi esplose dirompente proprio grazie a quel film.
Era diventato un voto, il suo. Tante cinepallottole, quante sono le stelle nel cielo.
Questa frase, pronunciata per caso, scherzando, da James, durante il colloquio del casting, fece commuovere Arnold fino alle lacrime.


Sempre sul set

"Vai, vai, vai! Non fermarti a ricaricare, finisci la scena."
"Ma non ho più pallottole! Che senso ha?"
"Ti stai curando l'occhio, Arnold. Adesso non ti servono."
"Tsk... L'occhio può aspettare!"


oppure,


"Cosa vuole?"
"Esatto capo."
"Non se ne parla!"
"Siamo con te, capo. Ma Arnold dice che non guiderà una moto senza lanciarazzi."


o, anche,


"James. Abbiamo una scena in più!"
"Come una scena in più?"
"Sì, nel comando di polizia arriva il terminator."
"Non l'avevo prevista."
"E' venuta una figata. Ha fatto tutto Arnold. Noi abbiamo solo acceso le telecamere."
"E come è stato possibile?"
"Credo sia stato merito del cast."
"Del cast?"
"Sì. I ragazzi che interpretano i poliziotti."
"I ragazzi?"
"Sì. Hanno nascosto il mitragliatore di Arnold nell'edificio e si sono fatti inseguire gridando fuochino fuochetto."

PC & Mac - I/O loop

Ho provato spesso a mettere in rete Leopard e Vista. Sarò incapace io, ma non l'ho mai trovata facile.


Riavviavo e riprovavo, senza successo. Intolleranza reciproca? Forse.
Diciamo che io me la sono immaginata così, con tante domande e poche certezze.

 ciao, sono un mec.

- ciao, sono un piccì. -


 cosa vuoi? 

- in che senso? -

 non è ovvio? 

- dovrebbe esserlo? -

 davvero ti sembra una domanda complicata? 

- davvero voi mec ve la menate sempre così tanto? -

 lo sai che non ti facevo un tipo permaloso? 

- lo sai che mi avevano avvertito sul tuo conto? -

 e cosa ti avranno mai detto? 

- vuoi proprio saperlo? -

 non credi sia un mio diritto? 

- poi non farai l'offeso tutto il tempo? -

 ora chi è che sta facendo il prezioso? 

- prezioso, io? -

 devi farti ripetere sempre tutto? 


- insomma, lo vuoi sapere oppure no?! -

 perché devi alzare la voce? 

- questo è alzare la voce? -

 non ti hanno insegnato le buone maniere, vero? 

- e vorresti provarci tu? -

 e andare a sprecare il mio tempo con te? 

- lo vedi che sei tu quello spocchioso? -

 perché non ti muovi, invece di lamentarti sempre? 

- perché non ti muovi, invece di lamentarti sempre ? -

 cos'è, mi fai il verso, adesso? 

- cos'è mi fai il verso, adesso? -


 tutto bene, piccì? 

- tutto ben.........-

...

ARRESTO DI WINDOWS IN CORSO

...

...

 ma che succede? 

piccì, sei sempre lì? 

...

oh no, che fanno adesso, riavviano anche me? 

 ma a che serve? 

...

RIAVVIO MAC OS IN CORSO

Booouuuuuunnng

COLLEGAMENTO ALLA RETE LOCALE IN CORSO

...

...

AVVIO DI WINDOWS IN CORSO

Tunnn tliinnn

...

COLLEGAMENTO ALLA RETE LOCALE IN CORSO

...

 ciao, sono un mec. 

- ciao, sono un piccì. -

scusa, come hai detto che ti chiami? 

Soft driving, hard parking.

"E' bella!"

"Molto bella."

"Già..."




"E poi è silenziosa,  hai sentito?"

"No..."

"Eh, certo. E' silenziosa."



"Ah sì..."

"Quanto hai detto che ti è costata?"

"26000"

"Però..."

"Sì, ma li vale tutti, eh?"

"Beh, certo."

"Sì. E poi ti fa sentire pulito. In pace."

"Immagino."

"E' diventato un piacere andare in giro!"

"E' difficile guidarla?"

"Ma va'! Semmai il contrario!"

"Forse bisogna un po' abituarcisi, no?"

"E' un attimo, guarda. Ti dimentichi della frizione e vai."

"Cambio automatico?"

"Non c'è il cambio!"

"Addirittura?"

"Certo. E' superato."

"Ancora non se ne vedono molte in giro."

"Eh, no. Manca la sensibilità."

"E' una realtà di nicchia."

"Naturale. La gente non pensa a migliorarsi la vita."

"Già. Peccato."

"Già."

"Sono stato il primo, io, eh?"

"Eh, mi ricordo."

"Appena uscita dal concessionario, io tac, l'ho presa."

"Al volo, proprio."

"Eh, sì, eh? Bisogna guardare avanti. E poi mi ero rotto dei costi assurdi di prima."

"Intendi la benzina."

"Benzina, gasolio, gpl. Te li metto dentro tutti, guarda."

"Sì, sì..."

"Questa è completamente elettrica. Pulita, perfetta, zero stress. Un gioiello."

"Mmm."

"Senti ma se ci incamminassimo? Tanto non credo che passerà nessuno."

"Eh, ci stavo pensando anch'io..."

"Quanto al primo al primo autogrill?"

"Quindici chilometri."

"Massì, facciamo due passi."

"Senti ma la macchina elettrica? La lasci lì?"

"E' scarica, Giova! Chi cazzo me la porta via? Andiamo va'..."