Nuova regia, vecchia scuola

Antipast di post ma post old school, come i primi apparsi sul blog. Cinestetismi e guerra per finta.

Le pratiche burocratiche le trovate qui.
Io adesso cazzeggio perché è da molto (troppo, troppo, troppissimo) che non sbatacchio sulla tastiera con gli occhietti umidi e traboccanti gratitudine verso il Nostro Affezionatissimo Austriaco da Combattimento (da ora in avanti NAAC).

김지운 è l'artefice di tutto ciò ed è il regista sudcoreano che ha diretto The Last Stand, uscito (?) a febbraio nelle sale italiane. Il fortunello ha avuto modo di scatenare NAAC, lasciandoli tutta la libertà necessaria per mettere a disagio l'intero set e la produzione.
Ne è valsa la pena. Ne è uscito un temino di tutto rispetto.

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Tema: L'autobus che mi porta a scuola.

Levataccia.

Ogni mattina Ottaviano, l'autista dello scuola-bus, ci viene a prendere alle 7:30. Ottaviano è amico mio e ogni giorno mi saluta sorridente. Martina ed io siamo i primi bambini che salgono per andare a scuola. Martina si siede sempre accanto a me, così ogni giorno posso farle vedere i miei disegni.
Mia mamma mi prepara la cartella (anche due o tre, se non mi alzo in fretta...) e il cestino con il pranzo. Lei dice sempre che fa fatica a tirarmi giù dal letto e che sarà anche peggio quando scoprirò la pubertà.

Ogni volta che il clacson si guasta, Ottaviano deve inventarsi una soluzione.

Posso rimanere seduto vicino a Martina per cinque fermate al massimo, perché quando sale Cosimo mi devo spostare in un altro posto. Cosimo non mi piace per niente. Dice sempre che Martina è roba sua, più o meno come qualsiasi altra cosa io riesca a immaginare. Non so mai cosa dirgli e neanche Martina. Se non riesco ad alzarmi in fretta, Cosimo sputa la cicca e me la incolla tra i capelli. Per questo motivo, la mamma mi ha rasato, così adesso potrò levarla alla svelta. Papà non è d'accordo con la mamma. Quando mi ha visto rasato ha lasciato a metà la sua lattina di birra ed è andato subito a comprarmi un regalo. È un regalo un po' strano, una specie di guanto che non avevo mai visto, tutto luccicante come l'oro, che copre solo la prima parte delle dita. Papà ha detto che serve a regolare i ragazzini e che quando sarò più grande dovrò tenerlo sempre con me.

Ottaviano dice che i ritardatari li dovrebbero bruciare tutti. Questo mi fa riflettere.

Quando arriviamo a scuola, scendiamo tutti dall'autobus e salutiamo Ottaviamo. Quando non mi legano insieme le stringhe delle scarpe posso restare un minuto a parlare con Ottaviano e lui mi racconta di quanti ratti riesce a colpire con la sua pistola o di tutte le sue amiche che lo vanno a trovare dopo la scuola. Voglio chiedere a mamma e papà di regalarmene una (amica o pistola, va bene uguale) o almeno di portarmi a casa di Ottaviano per vedere come fa lui.
Ho deciso: da grande voglio diventare proprio come Ottaviano. Come si può fare, signora maestra?

Giardinaggio dopo scuola. Dobbiamo dare il ramato ogni primo del mese.

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