Questo
post fa parte della miniSeria "Viaggi di solo ritorno". Per
cominciare dall'inizio vai qui.
"Ma quindi
quando torni?"
"A giugno"
"Allora
stai qua tanto!"
"No, a
giugno torno qua"
"Ah,
pensavo tornassi là"
La mia oramai è
una situazione banale per età e diffusione, eppure non manca di
darmi da riflettere di tanto in tanto (già, ho una vita molto
serena). Un giorno bello come tanti altri ho deciso di lasciare la
casa dove sono cresciuto e circostanze e desideri m'hanno portato a
valicare qualche confine, a parlare un'altra lingua, a guardare da
un'altra parte quando attraverso. Mi son trovato ad avere una casa
nuova e un lavoro nuovo; a incontrare gente nuova con cui si parla di
cose nuove e si fanno cose nuove; in definitiva, a vivere in un modo
nuovo, non soltanto diverso. Comunque, si continua chiaramente a
sentire la corda che tira in vita. Quella è la corda che ho legato
al comignolo di casa prima di andarmene, tra cordone ombelicale e
dispositivo di sicurezza. Non si sa mai, non si può mica far finta
di non aver lasciato indietro niente di valido. Guardar indietro è
ancora piacevole, eccome. Anzi, che sollievo prendere un aereo,
stendere un po' quella corda. Il relax ostinato, l'ozio metodico
ancora per qualche giorno. Rivedere persone che ci sono ancora,
checché appaia.
Fattosta
che poi voli magari non più spesso, ma con una regolarità che si fa
sempre più ritmo, biglietto pullman fila decollo volo atterraggio
fila pullman e da capo. O viceversa, la sequenza è quasi palindroma
dopotutto. E per l'appunto, ad ogni welcome
onboard
si nota come un'asimmetria che dissolve. Le differenze sono ancora
tutte lì, e quel che c'è di fronte è tanto diverso da quel che c'è
alle spalle quanto prima. Ma la tensione verso la destinazione è
ormai quasi indistinguibile, sia che si torni a casa, sia che si
torni... a casa. Quel tubo che vola sembra sempre meno un mezzo di
trasporto, ma più un elemento architettonico, un ascensore lussuoso,
un disimpegno aereo. Mi sento come se avessi il salotto in una
nazione e lo studio in un'altra. Pagando un affitto molto più basso
di quel che mi sarei aspettato. E incontrando coinquilini molto
interessanti.
Maestro!
RispondiEliminaMa grazie! :D
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